Il consulente finanziario è un professionista a cui rivolgersi per ricevere assistenza costante nella cura e nella gestione del proprio patrimonio (non solo finanziario) e nelle diverse fasi: dalla costruzione del patrimonio, passando per la sua crescita ed il suo mantenimento, fino ad arrivare al suo trasferimento.
La serenità finanziaria è un presupposto per il benessere economico che ognuno di noi desidera avere lungo la propria vita. Viviamo in un sistema sociale che prevede l’uso del denaro quale mezzo di scambio per ottenere beni e servizi, necessari per soddisfare tutti i nostri bisogni. Ognuno è libero di ambire al tenore di vita che preferisce, purché sia sostenibile nel tempo.
Nell’era del consumismo è bene non lasciarsi tentare da stili di vita che non ci si può permettere perché il cosiddetto “debito cattivo” non risparmia nessuno. Se da un lato non ci sono dubbi sul fatto che il denaro serva, dall’altro è altrettanto importante che ci sia un corretto utilizzo del denaro in tutte le sue forme. Peccato che non esista un libretto di istruzioni sul corretto utilizzo del denaro e che non esista la possibilità di apprenderlo in nessuna scuola di ordine e grado.
Il punto da comprendere è che, a prescindere dall’entità del patrimonio in questione, la gestione del patrimonio è molto più complessa di quanto possa apparire.
Il motivo risiede nel fatto che non riguarda solo in sé e per sé gli strumenti che lo compongono (i depositi, i titoli, le case, i terreni, le aziende, ecc…) ma soprattutto le persone che li possiedono, ognuna delle quali è unica e diversa dalle altre, con un soggettivo bisogno di certezze ed un futuro fatto di desideri propri, tutti da realizzare.
Il consulente finanziario viene quindi chiamato a prendersi carico di una duplice responsabilità.
A lui vengono affidati i risparmi di una famiglia. Il patrimonio attuale probabilmente è il frutto del contributo di tante generazioni, dove ogni soggetto ne ha ricevuto una parte da chi lo ha preceduto, l’ha custodita ed accresciuta e poi a sua volta l’ha trasmessa a chi lo ha succeduto, e ciò merita il massimo rispetto.
Al tempo stesso al consulente finanziario viene affidata la responsabilità di garantire i presupposti economici perché i bisogni fondamentali dei propri clienti (tra cui il più grande è quello di sentirsi al sicuro) vengano costantemente soddisfatti. Cose tutt’altro che facili e scontate, in un mondo sempre più veloce e sempre più complesso.
Ecco che un bravo consulente finanziario non è sufficiente che possieda tutte le competenze tecniche per una gestione efficiente dei patrimoni che gli vengono affidati, ma deve possedere anche la sensibilità e le capacità tipiche delle scienze umanistiche per instaurare un rapporto di massima fiducia con i propri clienti, basata sull’ascolto e sulla condivisione.
Ascolto dei bisogni dei clienti, soprattutto di quelli inespressi. Lo psicologo statunitense Carl Rogers, tra le frasi celebri che hanno contraddistinto i suoi manoscritti, ci ha spiegato che: “Ascoltare vuol dire capire quello che l’altro NON dice”. Un bravo consulente finanziario, quindi, deve riuscire a captare anche quei bisogni che il cliente non manifesta, non perché non voglia ma perché il cliente stesso a volte non ne è pienamente consapevole.
Condivisione con il cliente del metodo di lavoro (ogni professionista ha il proprio… imparate a chiedere al vostro consulente quale metodo utilizza) e condivisione delle soluzioni appositamente studiate per lui sono tratti fondamentali di questo lavoro.
Infine, ci vuole coerenza, senza la quale la fiducia che sta alla base del mandato ricevuto dal cliente non potrebbe sopravvivere.
La figura del consulente finanziario in Italia non ha ancora ricevuto la corretta legittimazione professionale che merita.
Le ragioni sono sicuramente molteplici, mi limito ad accennare le due, secondo me, principali. In un passato fin troppo recente la generazione dei cosiddetti “BOT people” ha trovato nei titoli di Stato la soluzione di tutti i problemi finanziari (o quantomeno ne era illusa dalle proprie convinzioni) e pertanto non ha mai ravvisato il bisogno di affidarsi ad un professionista per farsi assistere. Inoltre, tra i primi promotori finanziari che sono circolati in Italia, cosiddetti pionieri della raccolta del risparmio fuori sede, non sempre ci sono state figure all’altezza del ruolo professionale richiesto e alcuni di loro (in maniera più o meno volontaria) hanno mietuto vittime innocenti.
Oggigiorno, i titoli di Stato offrono rendimenti meno attraenti, gli sportelli bancari dimostrano la loro inadeguatezza a fornire una consulenza di qualità in un mondo sempre più complesso, ed i consulenti finanziari in attività sono solo quelli che sono riusciti a dimostrare di essere dei bravi professionisti superando varie crisi finanziarie preservando i capitali dei propri clienti. Forse i tempi sono davvero maturi per inserire questa figura professionale tra quelle necessarie, al pari di un commercialista (per gestire gli aspetti fiscali), un avvocato o un notaio (per le questioni giuridico legali), un medico (per le questioni di salute), il consulente finanziario per la serenità economica presente e futura.
Diffidate dei guadagni facili, delle promesse di risultato e del “fai da te”.
Chiedete il curriculum professionale e gli attestati di studio conseguiti dal professionista. Fatevi spiegare il metodo di lavoro che utilizza e prima di scegliere a chi affidare i vostri risparmi pensate che deve essere una persona che starà al vostro fianco per consigliarvi nelle decisioni più importanti della vostra vita.
Una persona che sappia svolgere il suo lavoro con scienza (la competenza necessaria) e coscienza (intesa come senso di grande responsabilità).
Scegliete solo colui che vi dimostra di farvi comprendere con chiarezza cosa fare e come farlo.
In gioco c’è una questione estremamente importante: il vostro futuro.